Sium sisarum

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Sedanina
Sium sisarum
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineApiales
FamigliaApiaceae
SottofamigliaApioideae
TribùOenantheae
GenereSium
SpecieS. sisarum
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineApiales
FamigliaApiaceae
GenereSium
SpecieS. sisarum
Nomenclatura binomiale
Sium sisarum
L.

La sedanina (Sium sisarum L.) è una pianta erbacea della famiglia delle Apiacee o Umbellifere.[2]

La sedanina presenta un gruppo di radici bianche brillanti, dolciastre, alquanto aromatiche, ciascuna di circa 15–20 cm di lunghezza. Queste vengono utilizzati come verdura allo stesso modo della scorzobianca, della scorzonera e della pastinaca.

Coltivazione

Radici di sedanina

La sedanina può raggiungere circa 1 m in altezza ed è molto resistente al freddo, nonché ai parassiti e alle malattie. Può essere coltivata a partire dai semi, ma può anche essere moltiplicata dalla divisione delle radici. Le radici si prestano meglio alla consumazione quando la pianta è dormiente durante l'inverno, poiché in primavera le radici diventano legnose e ricoperte di piccoli peli. La mancanza di umidità può anche rendere la radice più fibrosa. La pianta preferisce terreni sabbiosi e umidi.

La sedanina cresce spontanamente in alcune zone di Europa e Asia.[3] In Italia la pianta cresce spontanea in Lombardia e in Piemonte.[4]

Usi

Le radici vengono lavate, tagliate a pezzi, bollite e servite come le pastinache o le carote. Le radici di sedaninapossono essere stufate, cotte al forno, arrostite, fritte in pastella come frittelle o mantecate, nonché grattugiate e utilizzate crude nelle insalate. In alcune radici può essere presente un nucleo legnoso, sebbene questo sembri essere variabile da pianta a pianta. Se presente, il nucleo va tolto prima della cottura perché risulta difficile da rimuovere a cottura avvenuta.

Note

  1. ^ (EN) Akhani, H. & Zehzad, B. 2022, Sium sisarum, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 21 luglio 2024.
  2. ^ (EN) Sium sisarum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 21 luglio 2024.
  3. ^ (EN) Growing Skirret, su Cultivariable. URL consultato il 22 luglio 2024.
  4. ^ Scheda IPFI, Acta Plantarum Sium_sisarum, su www.actaplantarum.org. URL consultato il 22 luglio 2024.

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