Charles du Paty de Clam
Charles du Paty de Clam | |
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Commissario generale per gli affari ebraici | |
Durata mandato | marzo 1944 – maggio 1944 |
Capo di Stato | Philippe Pétain |
Capo del governo | Pierre Laval |
Charles du Paty de Clam | |
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Nascita | Parigi, 16 febbraio 1895 |
Morte | Versailles, 8 aprile 1948 |
Dati militari | |
Paese servito | Francia di Vichy |
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Manuale |
Charles Mercier du Paty de Clam (Parigi, 16 febbraio 1895[1] – Versailles, 8 aprile 1948[1]) è stato un militare francese, funzionario che servì come Commissario generale per gli affari ebraici sotto il governo di Vichy tra il marzo e il maggio del 1944[2].
Biografia
Nacque il 16 febbraio 1895 a Parigi, figlio di Armand du Paty de Clam, figura chiave dell'affare Dreyfus.[3][4] Si laureò in giurisprudenza presso l'istituto Scienzes Po e fu mobilitato durante la prima guerra mondiale.[4]
Nel 1920 fu nominato ufficiale coloniale a Damasco dal Ministero degli Affari Esteri, allora mandato francese della Siria e del Libano.[2] In qualità di governatore del Libano settentrionale, represse le rivolte sunnite di Tripoli del 1936: indeciso tra De Gaulle e Pétain, nel 1941 scelse di diventare direttore generale dell'Ufficio degli Stati di Levante per il regime di Vichy.[4]
Fu nominato Commissario Generale per gli Affari Ebraici il 1º marzo 1944, principalmente in quanto figlio dell'accusatore di Alfred Dreyfus.[2][4][5] Fu sospettato di disinteresse verso il processo di arianizzazione al punto da essere sostituito da Joseph Antignac il 17 maggio 1944.[2]
Il suo comportamento come Commissario generale per gli affari ebraici fu il più ambiguo tra coloro che ricoprirono questa carica. Di fede maurassiana, fu fortemente contrario all'occupazione tedesca della Francia e si impegnò in un doppio gioco tra tedeschi e resistenza.[4] Lettore de La France Juive come suo padre, partecipò a una commemorazione di Édouard Drumont il 3 maggio 1944, il suo antisemitismo non fu né virulento né razziale: fu contrario al "dominio ebraico" nell'economia e all'immigrazione ebraica dall'Europa centrale, respinse allo stesso tempo la tesi del cosiddetto "complotto ebraico" e coloro che vi credevano.
Secondo lo storico Laurent Joly, il suo modo di ostacolare l'agenda dell'organizzazione fu per lo più simbolico: mentre non merita una riabilitazione storica per la sua ambivalenza, fu comunque sinceramente interessato alla difficile situazione degli ebrei francesi e fu scandalizzato dalle operazioni criminali di arianizzazione.[4]
Inizialmente condannato per aver condiviso alcune informazioni con il nemico, fu nuovamente processato il 19 giugno 1947 e il suo caso fu infine archiviato dall'Alta Corte di giustizia per i suoi atti di resistenza, valutò inoltre che avesse prestato il servizio come Commissario generale in modo "inefficace".[5]
Si ammalò in prigione e morì pochi mesi dopo il suo rilascio, l'8 aprile 1948.[6]
Onorificenze
Note
- ^ a b Charles MERCIER DU PATY de CLAM, su gw.geneanet.org.
- ^ a b c d (EN) Michael Robert Marrus e Robert O. Paxton, Vichy France and the Jews, Stanford University Press, 1995, p. 334, ISBN 9780804724999.
- ^ Archives de Paris en ligne, Paris 7, acte de naissance V4E 8623, vue 16/31, acte 203 du 18 février 1895.
- ^ a b c d e f (FR) Laurent Joly, Vichy dans la "solution finale", Grasset, 2006, ISBN 9782246638490.
- ^ a b (EN) Jonathan Frankel, Studies in Contemporary Jewry: Volume XIII: The Fate of the European Jews, 1939-1945: Continuity or Contingency?, Oxford University Press, 1998, p. 156, ISBN 9780195353259.
- ^ Charles Du Paty de Clam (1895-1948), su data.bnf.fr. URL consultato il 26 agosto 2019.
- ^ a b Paty de Clam, du, Charles, su tracesofwar.com.
Collegamenti esterni
- Charles DU PATY DE CLAM - Commissaire général aux Questions juives, 26 février - 10 juin 1944, su francearchives.fr.
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