Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt
Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt ("Mutano non il loro animo, ma il cielo coloro che vanno per mare") è una celebre frase tratta dalle Epistole di Quinto Orazio Flacco (Epistulae, I, 11, v.27), con cui il poeta saggiamente ricorda, in verso esametro, come nessuno possa sfuggire a sé stesso, e come la felicità e la serenità dell'animo siano un tesoro interiore, e non un privilegio acquisibile grazie soltanto a un viaggio oltremare.
Questo aforismo fu riproposto in termini simili (Animum debes mutare, non caelum) da Seneca, nelle Epistole a Lucilio.
Voci correlate
V · D · M | ||
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Opere letterarie principali | Satire (Sermones) · Epòdi · Odi · Epistole (contenente il componimento Ars Poetica) · Carmen saeculare | Orazio 65 ~ 8 a.C. |
Citazioni celebri | Carpe diem · Nunc est bibendum · Aurea mediocritas · In medias res · Odi profanum vulgus, et arceo · Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt · Vides ut alta stet nive candidum Soracte | |
Corrente di pensiero | Epicureismo |
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